Educazione ambientale a scuola: da settembre diventa materia scolastica

La scuola è il luogo perfetto per attivare progetti educativi sull’ambiente, la sostenibilità, il patrimonio culturale, la cittadinanza globale.
 

Il legame con il territorio, la ricchezza interculturale, il dialogo e l’osservazione quotidiani con i ragazzi, la dimensione interdisciplinare e la possibilità di costruire percorsi cognitivi mirati, sono aspetti determinanti: grazie ad essi la scuola diviene l’istituto che, prima di ogni altro, può sostenere – alla luce dell’Agenda 2030 – il lavoro dei giovani verso i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS/SDGs, Sustainable Development Goals).
Si tratta di un percorso di acquisizione di consapevolezza rispetto ai temi della sostenibilità, legato alla protezione dell’ambiente e alla cura della casa comune, che a partire da settembre diventa materia scolastica con voti, valutazioni ed esami nel corso dell’anno.

 

Dopo più e più annunci nel corso degli ultimi anni, all’interno dell’operazione di ripristino dell’ora di educazione civica si inserisce l’educazione ambientale come uno dei blocchi di questa materia scolastica.

 

Viene così contemplato un importante tassello per educare i giovani al rispetto ed alla salvaguardia dell’ambiente. Si mira a modificare il modo di fare scuola rendendo le nuove generazioni protagoniste di un cambiamento necessario ed urgente.
“Sono felice di questo risultato. Siamo uno dei pochi Paesi nel mondo ad inserire come materia nelle scuole l’educazione ambientale.” Queste le parole del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa nel post su Facebook in cui annuncia ufficialmente questo importante cambiamento ringraziando la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina per la collaborazione.
Chiude la dichiarazione scrivendo: “Con l’inserimento dell’educazione ambientale vogliamo far si che le generazioni future abbiano una coscienza ambientale maggiore di quella che la mia generazione ha dimostrato di avere.”
Siamo certi dunque che questo cambiamento istituzionale all’interno del contesto scolastico possa rendere ancora più sostanziali le richieste di cambiamento già partite spontaneamente proprio dal mondo giovanile.